‘Scordato’ inteso come ‘dimenticato’ si riferisce al rapporto in disequilibrio tra materia, sempre più al centro della vita delle persone, e spirito, quest’ultimo ormai completamente abbandonato e screditato, tanto da generare disarmonia, come è disarmonico per l’appunto uno strumentato scordato”.
La dimensione di gruppo è adesso senz’altro più forte e ha portato con sé maggiore eterogeneità nel songwriting, caratterizzato da un parziale distacco dalla precedente estetica lo-fi in favore di sonorità più piene e di un groove più coinvolgente. Ciò che resta immutata è la volontà di caratterizzare ogni pezzo, quasi come se ognuno di essi fosse un individuo con la propria specifica identità da scoprire.
Il singolo apripista Oceano è nato da un testo scritto qualche anno fa durante un viaggio nei Paesi Baschi. Le melodie e il giro di chitarra hanno attraversato diverse evoluzioni prima di definirsi. La svolta è arrivata con il riff di Arianna che ha contraddistinto il brano, completato in seguito da tutti gli altri. Si tratta infatti del primo brano musicato realmente in quattro. “È la canzone che ci lega e riguarda più da vicino, che rappresenta profondamente l’unione delle nostre differenti personalità. Ecco perché l’abbiamo scelta come primo estratto”.
In Scordato Cuore la sperimentazione compie un viaggio all’indietro, con lo sguardo rivolto a un passato recente. Recuperando varie sonorità degli anni 80 e 90, tra cantautorato pop e psichedelia, le otto canzoni in scaletta si pongono in maniera anticonvenzionale su uno sfondo che ricrea un immaginario di nostalgia, quel sentimento strettamente legato alla fugacità del tempo meramente cronologico. La copertina dell’album, realizzata dall’illustratrice Martina Sarritzu, raffigura non a caso una locandina dei Manuel Pistacchio appesa su un muro sperduto: il loro concerto potrebbe essere avvenuto oggi oppure molto tempo fa.
È così che nascono i “talismani” di Scordato Cuore: un albero cresciuto dal cemento, i respiri solidali di un’amicizia, l’apertura allo scambio e alla contaminazione, ma anche la semplicità riscontrabile nell’ascolto di una musica sconosciuta o nella solitudine dell’osservazione. Si tratta di emblemi che trascendono la dimensione materiale, di per sé effimera, e rimangono intatti al di là del ticchettio inesorabile delle lancette. Il cuore ritrova la sua autentica sensibilità quando supera la funzione biologica per diventare cassa di risonanza delle emozioni.