Mi sono ritrovato a scrivere di tematiche per me molto serie e importanti che finora, forse inconsciamente, avevo evitato di affrontare. “Il ruolo” (brano impreziosito da un’ispiratissima sezione di violini di Nicola Manzan) descrive il dolore di chi è vicino a persone con problemi di alcolismo o altre dipendenze e durante il primo lockdown ho immaginato la terrificante situazione di chi si è ritrovato intrappolato in questa terribile situazione domestica.
“Lo sappiamo solo noi” parla di malattia, della solitudine che può provocare ma anche della forza che spesso crediamo non non avere e ritroviamo. “La guerra è iniziata” descrive l’Oscurantismo attuale politico e sociale scoperchiato dalla pandemia, la fertilità delle destre e altro con cui fare i conti perché è in questo clima che invecchieremo nei prossimi anni.
“Sulle tue spalle” e “Quadro storto” contengono elementi di psicanalisi come il confrontarsi con con noi stessi da bambini o capire cosa stiamo ancora cercando durante i nostri sogni ricorrenti.
Ciò che più mi ha colpito infine è che nonostante siano canzoni molto personali risultano al tempo stesso corali e in cerca di un senso di unione, e la cosa è esplicitata musicalmente nei ritornelli di “Sentirete il rumore” e “Il nostro pesce rosso” cantati a più voci.
Forse viviamo un momento in cui c’è bisogno di canzoni per adulti, o almeno è quello di cui io sentivo il bisogno.